Guglia d’Arbour – goulotte Grassi

FedeGuidaAlpinismo Invernale

A gennaio c'e ancora poca neve per sciare e così i nostri occhi si posano su linee ghiacciate che si insinuano tra le pieghe delle montagne.

Già, in queste stagioni povere di neve si scia poco, anzi non si ha neanche tanta voglia di sciare. Le poche precipitazioni e il freddo intenso hanno però disegnato sinuosi nastri ghiacciati. Ai più queste "linee" bianche non dicono niente ma, a noi, che siamo alpinisti, affascinano! Diventano nuove e divertenti vie di salita, nuovi modi per raggiungere le nostre vette.

Questi nastri ghiacciati si chiamano "goulotte" e noi scalatori ne andiamo matti. Purtroppo quando c'è tanta neve molte di queste diventano pericolose e quindi inpercorribili. Non è il caso di quest'anno...

Da tanto tempo ormai ho in testa di salire la goulotte alla Guglia d'Arbour. E' una linea molto bella, di montagna. Inizia con un piccolo risalto di ghiaccio a 70 gradi che porta su un cengione da dove parte la cascata vera e propria. Questa cascata di circa 130 metri era stata salita per la prima volta nel 1980 dalla forte cordata Luzi-Salino poi ridiscesi alla fine delle difficoltà.

Qualche anno dopo durante una ripetizione l'immancabile Giancarlo Grassi vede una linea di uscita al di sopra della cascata. Tra goulotte, diedri e canali ghiacciati riesce a uscire in vetta disegnando cosi una bella via di circa 600 metri. Con tanta neve è una via abbastanza pericolosa, ma non è il caso di quest'anno! E' il momento buono...

La cascata è ben formata, l'unica paura è che la neve nella parte alta sia inconsistente, l'unica è andare a vedere! Dopo averla binoccolata per qualche giorno, decidiamo di partire!

E' ancora buio e mi trovo con il mio socio Martin a Beaulard, alla piccola panetteria, dove beviamo il caffè. Controlliamo il materiale: corde, chiodi da ghiaccio, friends, due o tre chiodi da roccia, piccozze e ramponi. Da Chateau ci incamminiamo per il sentiero che porta al rifugio Rey, si sale bene c'è pochissima neve. In un batter d'occhio siamo davanti al rifugio. Proseguiamo su per le vecchie piste fin contro la parete, ormai è in vista! Peniamo solo un pò nella neve profonda ad attraversare fin sotto l'attacco della via. In poco meno di 2 ore siamo alla base del primo salto ghiacciato, due razzi...ecco perchè avevo il fiatone!

Siamo alla base di questa grande parete, dietro di noi Beaulard piccolino la in fondo. Beviamo un sorso di the, ci vestiamo e via. Parte Martin per scalare il primo tiro, ghiaccio sottile ma buono, che ci porterà sulla grande cengia.

Sopra di noi la cascata vera e propria.

In tre tiri belli lunghi saliamo la colata ghiacciata. Il ghiaccio è buono ma coperto di una crosta di neve ghiacciata. Quando trovi queste condizioni ad ogni colpo di piccozza e soprattutto quando decidi di mettere un chiodo devi pulire, spaccare questa crosta per arrivare sul ghiaccio buono. E' molto più faticoso!

Ma siamo ben allenati e cosi in un batter d'occhio e qualche bollita arriviamo all'ultima sosta. Da qui volendo si può scappar via per una cengia da camosci ma non è il nostro intento...siamo qui per raggiungere la cima!!

Proseguo io nel canale nevoso, si sale bene. Fortunatamente non si affonda molto nella neve e cosi, veloci, arriviamo all'attacco della goulotte superiore. L'ambiente è bellissimo, il canale appena salito è racchuso fra due pareti di roccia molto alte...siamo proprio nella pancia della montagna.

I prossimi tiri saranno di misto. Divertenti passaggi tra roccia e ghiaccio ci impegnano per qualche lunghezza di corda. Fortunatamente sulle pareti che bordano la goulotte riusciamo a proteggerci benissimo con i friends. Le condizioni sono perfette...

In alto iniziamo a vedere che il sole illumina una cornice. E' sicuro, quella è la cima!

Martin mi regala l'ultimo tiro che mi farà uscire sulla cima. Rompo un pò la cornice e con un ultima spiccozzata esco da questa parete cosi ombrosa. I raggi di un caldo sole mi abbagliano, mi metto in piedi sulla cresta...il panorama è straordinario!

Rimango senza parole, mi faccio prendere dall'emozione e rimango qualche minuto a guardarmi intorno. Sono veramente emozionato, in questi momenti capisco perfettamente perchè continuo ad andare in montagna.

Guardo giù e vedo il mio socio. Lo recupero in fretta fino a quando anche lui sbuca fuori e capisce perchè son rimasto qualche minuto a guardarmi attorno.

Ci abbracciamo, siamo soddisfatti. Rimaniamo in silenzio per un po', sgranocchiamo qualcosa e ci godiamo il momento. E' bello condividere con un buon amico queste avventure...non abbiamo fatto chissà quale impresa ma abbiamo passato una bella giornata di montagna, come piace a noi!

Grazie Martin per la bella giornata...ma la prossima volta portati il the!! :))