Ecrins Sauvage: traversata Meije Orientale – Pavè

FedeGuidaAlpinismo

Era da tanto tempo che volevo fare la traversata in cresta che va dalla cima della Meije Orientale fino al Pavè. Si tratta della logica prosecuzione della mitica traversata delle creste della Meije.

L’ambiente è maestoso, isolato e selvaggio, tipico degli Ecrins Sauvage…
Purtroppo sono via sul rosa e non riesco a raggiungere gli amici Marco e Giulia per la traversata della Meije, ma con un piccolo “tour de force” li raggiungo al rifugio de l’Aigle per poter completare questo lungo viaggio insieme!! Con me, come socio di cordata, accetta subito l’invito Andrea…

Passare a trovare Luis, il gestore del rifugio, è sempre un piacere. In questo nido d’aquila si sta davvero bene, c’è un bel ambiente amichevole e si mangia bene…

Ore 3.30. Partiamo prima di tutti, in realtà il progetto sarebbe quello di arrivare fino al Pic Gaspard, raramente salito, ma si vedrà. Ormai la Meije la conosco come il mio cortile e cosi belli veloci arriviamo in vetta alla cima orientale che è ancora buio…è buffo, arrivare su una cima e non poter fare la foto di rito perchè è ancora troppo buio!!

Entriamo subito nei giochi e partiamo verso il Pavè. All’inizio la cresta è molto rotta, la roccia non è un granchè. La prima parte si svolge su cenge appena al di sotto del filo fino a raggiungere una breche molto marcata. Da qui faremo gli equilibristi per un bel tratto passando per altre due breche, la breche Maximin Gaspard e la breche Casimir Gaspard fino alla base del Pavè.

L’ambiente è maestoso, isolato e selvaggio, tipico degli Ecrins. “Ecrins Sauvage” come dicono da queste parti e proprio come piace a me!!!

Qualche tiretto di corda sempre su roccia che richiede attenzione ed eccoci in cima al Pavè a 3823m.

Magnifico! Una bella cima raggiunta da una via insolita ma il Pic Gaspard è ancora lontano, siamo un pò stanchi e allora decidiamo di scendere sul rifugio del Pavè. La discesa risulta abbastanza veloce. Con circa 6 calate da 50 metri arriviamo sulla terminale, ormai molto aperta, che passiamo con un ultima corda doppia. Da qui si deve risalire al colle del Pavè e scendere a vista al rifugio omonimo dove ci aspetta una meritata birra fresca.

La progressione è la classica delle creste, molta conserva con qualche tiretto e qualche calatina. Di obbligatorio solo una calata di 25 metri poco dopo la partenza dalla cima della Meije Orientale.

Nel complesso proprio un bel viaggio. L’ambiente è molto bello e nel concatenare la traversata della Meije con quella al Pavè si passano 3 giorni in quota davvero entusiasmanti. Grazie ai miei amici Marco, Giulia e Andrea con cui ho vissuto un altra bella avventura!!!

Materiale utilizzato: corda da 50m, una serie di friends medio-grandi e qualche moschettone. Attenzione che per la discesa dalla cima del Pavè le calate sono da 50 metri.